CITTADINANZA ALL’ACCADEMIA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO — Sito Ufficio Stampa Comune di Modena

2022-10-09 17:20:04 By : Ms. judy zhu

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Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di lunedì 18 ottobre, ha conferito la cittadinanza onoraria all’Accademia militare di Modena, ufficializzata dalla consegna simbolica delle chiavi della città al comandante, il generale di brigata Davide Scalabrin.

Il conferimento della cittadinanza onoraria, come specificato nella delibera (approvata da Pd, Modena civica, Lega Modena, Forza Italia, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, Modena sociale, con l’astensione di Movimento 5 stelle, Sinistra per Modena ed Europa verde-Verdi) richiama i legami e la collaborazione tra l’Accademia, il Comune, l’Università e i diversi soggetti della società civile e fa riferimento al valore della storica presenza dell’istituzione militare in città (la sede si trova nel Palazzo Ducale di piazza Roma), come parte integrante del suo tessuto sociale, e “ai forti vincoli di amicizia e di solidarietà esistenti tra l’Amministrazione comunale e l'Esercito italiano che l'Accademia militare rappresenta”.

Il dibattito che ha preceduto l’approvazione è stato aperto da Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) che, nel ringraziare l’Accademia, si è soffermato sui concetti di patria, “spesso umiliato e annacquato anche da alcune forze politiche”, e di libertà “che può esistere solo perché difesa. E la difesa della libertà, nella storia e nella quotidianità, la dobbiamo alle donne e agli uomini in divisa, che tanto fanno anche in termini di sicurezza, organizzazione, soccorso umanitario nelle missioni di pace in cui l’Italia si è sempre distinta per preparazione, capacità e generosità”.

Un ringraziamento a tutti i militari dell’Accademia, che “difendono la nostra libertà e la pace nel mondo”, è stato espresso anche da Alberto Bosi (Lega Modena) che ha sottolineato come l’Accademia “sia un presidio di libertà fondamentale per il Paese e per la città”, mettendo in evidenza la “crescente integrazione nel tessuto cittadino e con le diverse istituzioni del territorio, e in particolare il rapporto con l’università, che ha ricadute benefiche sull’intera comunità”.

Dopo aver ricordato il lungo rapporto tra la comunità civile modenese e quella militare dell’Accademia, e Antonio Carpentieri (Pd) ha ribadito i valori fondanti della Repubblica e della democrazia che guidano l’attività dell’Accademia “rifondata dal presidente De Nicola l’8 dicembre 1947 e che, oggi, è sempre più parte della nostra città”.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha motivato il voto di astensione affermando che “la concessione della cittadinanza onoraria alla più alta e prestigiosa istituzione militare di Modena avrebbe richiesto una riflessione più approfondita e condivisa, valutando anche forme alternative di riconoscimento”. Per il consigliere, inoltre, “si dovrebbero trovare maggiori occasioni per permettere ai cittadini di fruire del Palazzo ducale”.

“Come pacifisti e antimilitaristi - ha detto Paola Aime (Europa verde-Verdi) – potremmo aderire alla proposta di cittadinanza all’Accademia solo se, contemporaneamente, si riducessero le spese militari oggi in continua crescita malgrado la pandemia, si puntasse alla riconversione dell’industria bellica, si sviluppassero tecniche di gestione non violenta dei conflitti e si prevedesse la costituzione di una forza di pace europea. Ma non votiamo contro, perché l’Accademia è un soggetto attivo della città e vede tanti giovani che si impegnano in un percorso di responsabilità”.

Contestando l’urgenza con la quale è stata messa in discussione la delibera, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha affermato che l’Accademia “è inserita nella vita della città da decenni” come evidenziano anche le collaborazioni con il Comune e l’apertura del Palazzo ai cittadini, “che presuppongono un riconoscimento reciproco e che hanno fatto diventare l’Accademia, i militari e gli allievi parti della città. Non riusciamo quindi – ha proseguito – a trovare una motivazione specifica per il riconoscimento. Non si tratta di un giudizio negativo ma di uno stimolo a considerare i militari già pienamente nostri concittadini”.

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