Le fibre artificiali: rayon viscosa, acetato, nylon, poliestere

2022-09-04 01:07:46 By : Ms. Tina Li

La piccola sartoria, trucchi e segreti del taglio e cucito: i tessuti sintetici.

Spesso i tessuti moderni che troviamo in commercio sono composizioni miste di fibre naturali e sintetiche/artificiali, sottoposti a processi che ne migliorano la qualità e la resistenza del colore al lavaggio. È fondamentale conoscere ogni tessuto in modo tale da sapere quale sia quello più adatto per rendere al meglio la qualità del lavoro che si intende fare.

Vengono prodotte dalla lavorazione di sostanze naturali come il legno, il mais, la caseina e le alghe, soprattutto per sostituire le fibre animali. Si suddividono in tre categorie: fibre cellulosiche (derivate dal legno), fibre proteiche (derivate dalle proteine del latte e del mais), fibre alginiche (derivate da alcune specie di alghe marine). A questa categoria appartengono tra le altre il Rayon viscosa e l’acetato.

Il filato deriva dalla lavorazione della cellulosa che viene trasformata prima in cartoni che, una volta sbriciolati, vengono messi a macerare in soluzioni chimiche. Ne risulta una sostanza vischiosa – da cui prende il nome – dalla quale si ottiene il filato. Lo stesso processo, utilizzando meccaniche leggermente

diverse, fornisce il cellophane. Ha una buona resistenza al calore, ma scarsa agli agenti chimici e stinge se esposto a lungo ai raggi solari. Il tessuto prodotto con questo filato ha un aspetto lucido, simile alla seta e viene impiegato principalmente per produrre fodere, tappeti e biancheria intima. Resistente ai lavaggi, non ristringe e non ha bisogno di essere stirato.

La fibra si ottiene dalla reazione dell’acido acetico con la cellulosa, che veniva un tempo ottenuta dai cascami dei semi di cotone, ma ultimamente dalla meno pregiata polpa di legno. Il triacetato (dal processo di acetilazione della cellulosa) viene utilizzato per i filtri delle sigarette e per le pellicole cinematografiche. Come il Rayon, l’acetato viene considerato una seta artificiale. Si può lavare tranquillamente; non si ritira e fare attenzione alla stirature, usare una temperatura molto bassa. Se desiderate confezionare qualcosa con questo tessuto tenete presente che è poco traspirante.

Le fibre sintetiche sono ottenute mediante la lavorazione di materiali provenienti dall’industria petrolchimica. Sono particolarmente durevoli, elastiche, resistenti al calore, all’umidità e agli agenti chimici. Negli ultimi anni il loro utilizzo si è diffuso sia nel settore dell’abbigliamento che dell’industria, perché presentano notevoli vantaggi: possono essere prodotte in grandi quantità in tempi brevi (non sono legate ai fattori stagionali) e con costi decisamente ridotti rispetto alle fibre naturali. Poiché create in laboratorio, le fibre sintetiche hanno il pregio di poter essere tessute con caratteristiche che si differenziano a seconda delle necessità del mercato (industriale, tessile, spaziale).

Fu il primo filato sintetico a essere creato e commercializzato nel 1938, il cui utilizzo su larga scala indirizzò in seguito la produzione della maggior parte delle fibre sintetiche. Sotto forma di filo continuo, ha un’ottima capacità di allungamento, elasticità e resistenza. È ideale per essere lavato a secco, perché non viene danneggiato dai prodotti chimici abitualmente utilizzati. Si lava in acqua fino ad una temperatura di 100°C. È atossico e anallergico, ma facilmente infiammabile.

È un filato creato negli Stati Uniti nel 1948 che viene impiegato soprattutto nel settore dell’abbigliamento, perché mantiene la piega in qualsia si condizione. Asciuga velocemente (è idrorepellente), facilmente lavabile e resistente alle muffe. I tessuti realizzati con fibre di Poliestere hanno la peculiarità però di formare il “peeling”. Il Terital, la Trevira e il Dacron sono composti anche da questo filato.

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