LP - UNA WORKING CLASS MUSICIAN - INTERVISTA

2022-10-09 17:18:32 By : Ms. Mavis Tang

Laura Pergolizzi in arte LP ha trascorso l’estate sui palchi europei per suonare dal vivo, recuperando un po’ di quelle date che la pandemia ha costretto a posporre. Un album da farci sentire anche live – Churches, uscito alla fine del 2021 – e uno probabilmente in arrivo, LP in un buco tra una data e l’altra ha avuto l’occasione di venire a Milano per un secret show organizzato insieme a Candiani Denim, storica azienda tessile italiana con cui collabora da tempo. In particolare lo sta facendo per il progetto Coreva, un bio-strech denim completamente biodegradabile e a basso impatto ambientale. Il suo non è un ruolo da testimonial: da sempre LP gioca con l’abbigliamento, customizzando i propri outfit dove un capo in jeans non manca mai. La sua esperienza “sul campo”, quindi, non può che essere utile a un progetto come questo.

Come è andata la tua estate? È stata molto bella, abbiamo fatto un lungo tour e la sensazione è stata quella di una nuova normalità. Abbiamo ricominciato a suonare l’anno scorso, ma rispetto a quest’anno c’era meno timore, più relax. Ci sono stati un sacco di eventi e di festival. sembrava proprio che le persone non volessero altro che stare bene.

Possiamo dire che questa estate c’era una energia diversa? Sì, non era così scontato fino a poco tempo fa stare in un pubblico vicino a degli sconosciuti e concentrarsi unicamente sulla musica dell’artista che sei venuto a sentire suonare. La musica dal vivo è qualcosa di unico, che ci fa stare assieme in una maniera particolare e speciale.

Chruches, il tuo ultimo disco, è uscito nel 2021, ma ho sentito che stai già lavorando a nuovi pezzi. È così? Abbiamo iniziato a pensare a Churches nell’ottobre del 2020, è stato un lavoro durato oltre un anno e che ha avuto anche delle rilavorazioni, soprattutto su alcuni testi. Oggi, quando li suono live, mi rendo conto dell’importanza di quel lavoro e di quanto quelle parole significano per le persone. Ora sto lavorando a cose nuove con le persone che sono con me in tour. Appena ci fermeremo capiremo a che punto siamo con questo lavoro. Cercheremo di pubblicare qualcosa il prima possibile all’inizio del prossimo anno, quantomeno qualche singolo.

Non è forse il modo migliore quello di descrivere il lavoro artistico partendo da i numeri ma, trai tuoi, ce ne sono alcuni su cui mi piacerebbe avere una tua riflessione. Per esempio, tutto il tuo catalogo musicale ha più di 2 miliardi di stream sulle varie piattaforme. Ci pensi mai a quante persone sei riuscita a raggiungere con ila tua musica? È un numero incredibile. A mio parere la mia carriera, fino a questo punto, è stata interessante: ho avuto questi risultati ma non sono “visibile” come altri artisti, anche negli Stati Uniti. Questo è un bene, perché mi perfette di continuare a vivere la mia vita nella maniera che voglio senza troppi problemi. Ti racconto un aneddoto: una volta stavo parlando con un ragazzo giamaicano di 19 anni, che era negli USA er frequentare il college. A un certo punto mi chiede: «Cosa fai nella vita?» e gli rispondo:  «Sto scrivendo il mio nuovo album». Lui va a controllare LP su YouTube e urla: «Oh mio Dio! Come è possibile che tu abbia così tanti stream senza che io ti conosca!». La mia carriera è stata un continuo esercizio di umiltà e lavoro e questa cosa mi piace. Mi sono sempre sentita una working class musician e questo è ciò che sono ancora oggi.

LP, foto dall’archivio Coreva Candiani

Il tuo tour comprende anche date in Paesi dove i diritti civili non sono gli stessi rispetto a quelli che ci sono in quelli occidentali. Perché è per te importante andare a suonare anche in questi poti? È importante soprattutto per le persone  che vivono in questi Paesi di sapere che “ci sono”. Quando fai quello che ami e ti mostri per quello che sei, nella maniera più autentica, anche in posti dove non tutti sono accettati al 100%, dai alle persone una prospettiva diversa, una prospettiva che può aiutarle.

Stai collaborando al progetto Coreva di Candiani Denim. Qual è il tuo rapporto con questo tessuto?  Ho sempre indossato capi in denim, è una delle passioni che fa parte della mia vita. L’ho sempre considerato un tessuto comodo, una seconda pelle: quando l’ho addosso sono sempre a mio agio. Non so se per tutti è così, se i più giovani lo apprezzino quanto me: penso che, in generale, tutti oggi cercano capi che li aiutino a essere comodi e a proprio agio e il lavoro fatto negli anni per rendere il denim tale, anche con tessuti come Coreva, sia un vantaggio.

Qual è la parte più interessante di questo progetto? Mettere insieme le idee, anche quando vengono da approcci e culture diverse. Da parte mia metto la mia esperienza, il modo in cui indosso un capo e come lo customizzo, cercando di renderlo unico. È come come le chitarre, le faccio mie e cerco di renderle uniche. Con il denim è lo stesso, ho il medesimo approccio.

Nella foto in alto: LP a Milano per Candiani

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