Tendenze moda Inverno 2022: a Venezia il trend è trasparenze

2022-09-04 01:09:03 By : Ms. carrie zuo

Tra i trend più amati dalle celeb per la Mostra del Cinema di Venezia 2022, ripercorriamo storia e momenti memorabili degli abiti trasparenti.

Creature diafane le cui vesti danzano spostate dalla brezza, atmosfere oniriche e leggerezza impalpabile. Se l’audace naked dress, fatto salvo qualche piazzamento strategico di pizzi o cristalli, non lascia niente all’immaginazione facendo principalmente leva su audacia e shock factor, esistono trasparenze soft in cui il rimando al gioco della seduzione si fa una sfumatura sottile. Per la Mostra del Cinema di Venezia 2022 sono molte le celeb che hanno optato per l’eleganza chic e al contempo provocatoria degli abiti risqué, rileggendo l’idea di sensualità in mille chiavi diverse: dall’effetto drammatico dell’abito in tulle nero di Jean Paul Gaultier Couture sfoggiato da Mariacarla Boscono all’attitude contemporanea incarnata da Greta Ferro in Giorgio Armani Privé, dal look confetto noir di Bianca Brandolini D'Adda in Giambattista Valli Couture ai fuochi d’artificio di paillette ricamati sullo spettacolare gown disegnato da Valentino per Julianne Moore. Da sempre tra le tendenze più amate dalle dive per i loro look da red carpet, le creazioni see-through hanno sempre affascinato la moda. Organza, chiffon, tulle, georgette ispirano creazioni diafane, disegnano movimenti ampi e ariosi, provocano senza svelare troppo o, al contrario, parlano di un romanticismo sognante ed etereo. Quasi d’altri tempi, se si pensa che Marlene Dietrich si avvolgeva in veli e pepli delicati già negli anni Cinquanta.

Eppure dobbiamo aspettare gli anni Novanta perché l’effetto see-through diventi un elemento fisso in passerella, segnando alcune delle sfilate più iconiche di sempre. Per la Primavera Estate 1996 Alexander McQueen introduce top e interi abiti trasparenti in una collezione dalle tinte pulp, fatta di colori vividi, richiami alla cinematografia horror ed erotica e mezzi-busti in gesso ricoperti di scritte. Addentrandosi nel reame dell’eccentrico, tulle e organza si venano di pattern che ricreano le venature del sangue o i sottili rami secchi di un albero in silhouette.

Drammaturgo della moda e provocatore per eccellenza, Thierry Mugler ha interpretato i giochi di trasparenze in tutte le possibili sfumature: bustini rigidissimi e aderenti effetto seconda-pelle di cui si vedeva solo la struttura delineata dalle stecche, linee dritte animate da pattern maculati stagliati contro la pelle nuda, rete e vinile a contrasto per un richiamo al bondage, fino alle tante, spettacolari e ornatissime, rivisitazioni del naked dress – che arrivano fino ai contemporanei look per Kim Kardashian. Tra i momenti che hanno fatto la storia c’è la sfilata Autunno Inverno 1998 che ha visto il corteo delle supermodelle più in voga del tempo calcare la passerella in eleganti abiti neri semi-trasparenti, tra silhouette sinuose e tagli minimal.

Al volgere del secolo, l’estro di John Galliano alla direzione creativa di Dior pone le basi per l’estetica Y2K. Il minimalismo è qualcosa da lasciarsi alle spalle, ora è tempo di abbracciare l’eccentrico e anche le trasparenze, essenziali per natura, assumono una forma inedita: top velati d’ispirazione street stampati con pagine di giornale, mix audaci di mesh e pelle, pizzi dalle tinte gotiche, richiami al bondage. Tra il rave party e la pièce teatrale.

Anche Gucci non ha mai disdegnato un po’ di sano vedo-non vedo. Se negli anni Novanta Tom Ford ne faceva un sottile e ammiccante strumento di seduzione, negli ultimi anni Alessandro Michele ha esplorato tutte le potenzialità delle trasparenze, mixando richiami fetish e allureromantica, giustapponendo texture piene come il latex a tessuti impalpabili come lo chiffon, creando un immaginario intellettuale e onirico da cui la liberazione sessuale non è esclusa. L’effetto see-through è introdotto già nella sua prima collezione alla direzione creativa del marchio, tra top aderentissimi in pizzo e impalpabili bluse in organza senza niente sotto che si combinano a gonne midi, baschi e occhiali da vista per offrire una nuova definizione dell’intellettuale chic: amante del vintage e decisamente progressista.

Trasparenze, pizzi e merletti fanno da sempre rima anche per Molly Goddard, che del tulle ha fatto il proprio materiale di elezione e marchio di fabbrica. I suoi abiti vaporosi e colorati, pieni di balze e ruches, enfatizzano la silhouette per un effetto bambola di porcellana ma sono da portare in una chiave tutta contemporanea: è una questione di layering, di maximalismo, di aggiunte (di strati) per sottrazione (di tessuto). Il risultato è un romanticismo kawaii e vitaminico.

L’aura eterea della trasparenza si presta poi alle atmosfere trasognate della Haute Couture: qui si caricano di romanticismo o di concetto, servono da tela bianca per sperimentare con lavorazioni ricchissime oppure per dipingere un’eleganza disadorna, esaltata dal contrasto con design più elaborati. Nelle recenti sfilate couture per l’Autunno Inverno 2022, Fendi ha riportato il naked dress all’essenziale, Valentino immaginato creature fantastiche ricoperte di veli e piume, Eli Saab sfoderato il lato più fiabesco, tra applicazioni floreali e accenti luminosi.

L’abito velato è diventato materiale da red carpet intorno agli anni Duemila, quando ai Grammy Awards Jennifer Lopez ha fatto la storia presentandosi in un abito tropicale tutto veli animato firmato Versace: il leggendario “Jungle Dress” che giocò un ruolo chiave nella carriera di Donatella e ispirò perfino la nascita di Google Immagini tanto era cercato. Da questo momento, sono tantissime le dive che hanno scelto di optare per abiti velati, più o meno provocanti: nel 2015 Kim Kardashian si è presentata al LACMA Art and Film Gala col pancione fasciato in un abito in pizzo nero di Givenchy; lo stesso anno all’after party degli Oscars indetto da Vanity Fair la top model Irina Shayk ha sconvolto e ammaliato la stampa sfoggiando un abito nero per metà trasparente tra i più sexy di sempre; al Festival di Cannes del 2018 Kendall Jenner è apparsa come una visione in un lungo abito bianco in tulle firmato Schiaparelli; al Met Gala 2019 Harry Styles aveva sfoggiato un look a-gender di Gucci con tanto di camicia in chiffon nero ricoperta di ruches. Che si tratti di singoli elementi o interi abiti, di carattere audace o ispirazione romantica, i look velati sono seasonless, genderless e decisamente versatili.